Negli anni passati l’associazionismo sembrava aver perso smalto. Dopo la crisi economica, però, le aziende hanno nuovamente compreso che l’unione fa la forza, e che insieme è possibile affrontare meglio le sfide lanciate dal mercato
Il ruolo dell’associazionismo nell’ambito delle imprese sembra aver perso smalto negli ultimi anni, benché dopo la crisi economica le aziende abbiano capito quanto profondo sia il loro bisogno di aggregarsi e affrontare il mercato insieme, mettendo a sistema competenze, risorse e opportunità e cercando di raggiungere unite obiettivi che ciascuna singolarmente non sarebbe in grado di realizzare.
Sono abbastanza convinta del fatto che ciascuno di noi si muova non in base agli stimoli a cui è sottoposto, ma in base a quanto quel determinato stimolo sia in grado di cogliere una parte latente del suo pensiero, che sia legata a una frustrazione, a una paura, a un bisogno materiale o emotivo ecc. Penso che ciò valga ancora di più per i manager delle imprese che, presi da mille impegni, non riescono a dare una priorità adeguata alla partecipazione associativa.
Ma perché e quando l’associazionismo ha perso il suo ruolo nel tempo? Questo fenomeno è stato causato da tre elementi che si sono verificati contemporaneamente: la crisi delle aziende e la volontà di tagliare tutti i costi superflui a seguito della crisi economica, la forte politicizzazione delle associazioni e la conseguente perdita del ruolo di intermediatore sociale.
Le imprese negli ultimi anni hanno preferito concentrarsi sulle risorse individuali ritenendo di non avere più bisogno dell’intermediazione delle parti sociali, e preferendo prendere decisioni economiche, contrattuali e normative con le proprie forze.
Moltissimi vantaggi
L’associazionismo di impresa però rappresenta uno strumento strategico per le realtà imprenditoriali. I vantaggi infatti sono molteplici:
- possibilità di mantenere dinamiche di competitività da impresa locale (per le piccole, che non vogliono perdere flessibilità, ad esempio), ma con la forza di affrontare il mercato globale insieme e conquistare nuove quote di mercato;
- possibilità di dividere i costi, che siano di internazionalizzazione o di fornitura;
- recupero di consapevolezza e conoscenza su temi chiave: ciò permette di non doverli affrontare da soli in azienda, magari servendosi di risorse scarse e ottenendo risultati poco rappresentativi e realistici;
- possibilità di affrontare sfide valoriali insieme che impattino sulle sorti di settori interi (ad esempio, la trasformazione digitale);
- opportunità di dare dei segnali ai decisori pubblici su quello che serve alle imprese del settore;
- possibilità affrontare sfide tecnologiche e di crescita del know how interno con le risorse di una grande realtà;
- possibilità di definire degli standard e fare degli sforzi tutti nella stessa direzione: una volta definita la strada da seguire è più semplice conquistare il mercato se lo si fa insieme;
- opportunità di vedere i propri interessi effettivamente rappresentati;
- possibilità di accrescere il capitale relazionale, risorsa importantissima per l’ impresa e l’unica che da un certo punto di vista non si può comprare o far crescere in tempi troppo ridotti;
- possibilità di non soccombere agli andamenti di mercato e alle leggi che le sacrificano;
- possibilità di fare ricerca e sviluppo insieme;
- maggiore capacità di affrontare esigenze funzionali grazie ai servizi associativi (ad esempio uscire da una crisi di liquidità, o gestire la crescita del team affiancati da professionisti del lavoro).
Un’offerta al passo con i tempi
È chiaro che il primo passo per riattivare i benefici dell’associazionismo deve arrivare dalle associazioni, che devono fare uno sforzo di attualizzazione e di comprensione dei bisogni delle imprese di oggi.
Le associazioni per essere attuali dovrebbero:
- rinnovare l’offerta basandosi sulle relazioni e non sui soli servizi a prezzi competitivi: le imprese conoscono l’importanza delle relazioni strategiche e sono meglio disposte a spendere quando vedono sinergie attive tra diversi attori. Inoltre, le connessioni possono portare a maggiore consapevolezza di tempi per l’impresa singola e per il settore;
- incoraggiare gli associati ad aiutarsi a turno ed essere una rete di supporto alle problematiche reali e pratiche degli associati: creare sinergie e network tra imprese è la chiave per mantenere alto l’interesse e la voglia di collaborare;
- rappresentare gli interessi dei singoli: le imprese vogliono essere ascoltate e vedere i propri interessi discussi e rappresentati al meglio;
- proteggere i singoli dalle crisi: la previsione e lo sviluppo di piani di emergenza in caso di crisi apportano valore per le imprese e rendono l’offerta delle associazioni interessante;
- personalizzare l’offerta per ogni associato: ogni impresa è diversa dall’altra ed ha pertanto bisogni e desideri differenti. È essenziale comprendere a fondo la strada migliore per soddisfare ogni associato;
- creare un luogo di confronto privilegiato tra pari;
- utilizzare strumenti per misurare l’impatto della propria azione che servano a restituire il mandato più volte durante l’anno: tutti vogliono vedere ciò che è stato fatto concretamente e riportare i risultati periodicamente garantisce la trasparenza desiderata dagli associati.
Articolo di Daniela Bavuso, https://blog.makeaplan.io/
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