L’iter da seguire per quotarsi con AIM Italia è semplificato e veloce. Non essendoci un’istruttoria da parte di Consob e di Borsa Italiana, infatti, l’azienda può essere ammessa a quotazione in soli dieci giorni dalla presentazione della comunicazione di pre-ammissione. Scopri in dettaglio le tempistiche, i costi e le agevolazioni messe a disposizione dalla Legge di Bilancio 2018

La flessibilità regolamentare e la qualifica di mercato non regolamentato permettono di avere un percorso per la quotazione semplificato. Non essendoci un’istruttoria da parte di CONSOB e di Borsa Italiana, l’azienda può essere ammessa a quotazione in soli dieci giorni dalla presentazione della comunicazione di pre-ammissione.

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Naturalmente le tempistiche complessive per completare il processo di quotazione, dal momento in cui si matura l’idea al momento in cui iniziano le negoziazioni, sono comunque più articolate e prolungate rispetto ai tempi dettati da regolamento che coprono solamente gli ultimi passaggi. Ciò dipende dalla necessità che sia la società emittente, sia il soggetto responsabile del rilascio delle dichiarazioni di adeguatezza dell’emittente, il Nomad, sia il soggetto responsabile del collocamento, devono comunque svolgere una serie di attività e preparare una serie di documenti a supporto della presentazione della domanda di ammissione e del collocamento.

La tavola seguente illustra sinteticamente il periodo che generalmente può essere necessario per arrivare alla quotazione di una società. 

Naturalmente la tempistica può variare a seconda delle peculiarità delle singole società e del loro livello di preparazione all’operazione. Se la stessa sottopone già i propri bilanci a revisione, se presenta già un sistema di controllo di gestione e pianificazione adeguato alle richieste del regolamento di riferimento ed effettivamente funzionante e di supporto per l’attività di due diligence che i vari consulenti devono svolgere, se il perimetro societario oggetto di quotazione è già delineato, allora i tempi possono essere effettivamente molto brevi a avvicinarsi ai 3/4 mesi complessivi. Viceversa, i tempi possono allungarsi ed andare anche ben oltre i 6 mesi sopra ipotizzati nel caso si rendano necessarie operazioni straordinarie di riorganizzazione per individuare e delimitare il perimetro societario oggetto di quotazione, se i bilanci non siano mai stati oggetto di revisione e la relativa attività dovesse presentare una rilevante complessità per il settore di appartenenza o per eventuali criticità su determinate poste di bilancio, se non esista un sistema di controllo di gestione che permetta ai vari consulenti individuati di poter fondare le loro analisi su dati certi ovvero siano del tutto assenti strumenti di pianificazione per la stesura del piano economico finanziario.

Tutto questo potrebbe comportare la necessità, o meno, di dover avviare una fase preparatoria, a monte del processo sopra delineato, la cui durata può variare sensibilmente e dipendere dalle condizioni specifiche del singolo emittente.

I costi

Con riferimento al costo dell’operazione, si possono individuare principalmente due categorie di costi: quelli fissi e quelli variabili legati all’ammontare collocato nell’ambito dell’operazione di quotazione. All’interno di queste categorie, ci saranno poi dei costi che saranno sostenuti nel corso dell’operazione e indipendentemente dal successo della stessa, mentre una parte sarà sostenuta solo nel caso in cui la società emittente venga ammessa al mercato e pertanto il collocamento venga chiuso con successo.

Con riferimento ai costi fissi, una parte pari a circa il 35%-50% sono qualificabili come retainer che dovranno essere pagati indipendentemente dal successo dell’operazione, ma comunque dipendenti dal momento in cui si decide di interrompere il processo.

Con riferimento ai costi variabili, questi sono strettamente legati all’ammontare del collocamento e integralmente a successo, quindi da pagare in caso di ammissione alle negoziazioni.

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Agevolazioni per le PMI

Si evidenzia che la Legge di Bilancio 2018, ed il decreto del 23 aprile 2018, hanno istituito e regolato un credito d’imposta sul 50% dei costi di consulenza sostenuti per la quotazione in Borsa delle PMI fino al 31 dicembre 2020 per un importo massimo di 500.000 Euro ad azienda.

I costi che la società sostiene per il processo di quotazione includono tutte le consulenze specifiche necessarie per valutare la fattibilità di IPO e supportare la società nel processo tra cui:

1 - costi di advisory finanziario per il supporto all’imprenditore per lo studio di fattibilità e nel processo di IPO;

2 - due diligence a supporto dell’attività del Nomad;

3 - attività necessarie per collocare presso gli investitori le azioni oggetto di quotazione;

4 - costi  per la certificazione del bilancio aziendale;

5 - costi di gestione della comunicazione finanziaria;

6 - listing fee verso Borsa Italiana e Monte Titoli.

Il credito d'imposta è utilizzabile a decorrere dal periodo d'imposta successivo a quello in cui è stata ottenuta la quotazione e deve essere indicato nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d'imposta di maturazione del credito e nelle dichiarazioni dei redditi relative ai periodi d'imposta successivi fino a quello nel quale se ne conclude l'utilizzo.

Nell’ambito delle considerazioni sui costi complessivi di quotazione, pertanto, avrà notevole rilevanza capire se questo incentivo sarà rinnovato o meno anche per le operazioni che dovessero essere effettuate dall’esercizio 2021.  

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