Dopo i primi giorni di emergenza, Confapi auspica una rapida normalizzazione e il riavvio di tutte le attività attualmente bloccate, ma anche un grande piano di rilancio degli investimenti nel Paese per riportare il lavoro e la nostra economia su un percorso di crescita stabile e duratura. Ecco le posizioni assunte dall'associazione a supporto delle Pmi

Il nostro Paese, e in particolare il territorio lombardo, sta affrontando una situazione di forte criticità a causa della diffusione del Coronavirus. Fino ad oggi sono state tempestivamente assunte diverse misure per contenere il rischio sanitario a beneficio di tutti i cittadini. Confapi ritiene che, dopo i primi giorni di emergenza, sia importante valutare con equilibrio la situazione per procedere a una rapida normalizzazione, consentendo di riavviare tutte le attività ora bloccate e mettere in condizione le imprese e i lavoratori di tutti i territori di lavorare in modo proficuo e sicuro a beneficio del Paese, evitando di diffondere sui mezzi di informazione una immagine e una percezione, soprattutto nei confronti dei partner internazionali, che rischia di danneggiare a lungo il nostro Made in Italy e il turismo.

Oltre alle misure urgenti che il Governo ha adottato, o si appresta ad adottare, di necessario sostegno alle imprese e al reddito dei lavoratori, questo è il momento per costruire un grande piano di rilancio degli investimenti nel Paese che contempli misure forti e straordinarie per riportare il lavoro e la nostra economia su un percorso di crescita stabile e duratura. Un ruolo importante dovrà essere svolto anche dalle Istituzioni europee, per creare le migliori condizioni per un rilancio economico dell'Italia nell’interesse della stessa Unione europea.
Una posizione sottolineata anche in una dichiarazione congiunta che Confapi ha firmato con ABI, Coldiretti, Confagricoltura, Confindustria, Legacoop, Rete Imprese Italia (Casartigiani, CNA, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti), Cgil, Cisl e Uil.

Le posizioni di Confapi

  • Sospensione degli oneri contributivi e dei termini per l'adempimento degli obblighi tributari e fiscali anche alle aziende che si trovano nelle aree limitrofe alle zone rosse e gialle e a quelle di altre zone che dimostrino di aver subito danni nella catena produttiva e distributiva.
  • Maggiore flessibilità per l’accesso al credito da parte delle aziende (flessibilità per l’accesso al Fondo di garanzia e richiamo alle banche), in particolare per le piccole e medie industrie che hanno marginalità inferiori e costi superiori rispetto alle grandi aziende.
  • Ricorso agli ammortizzatori sociali, quali CIGO, CIGS, Cassa integrazione straordinaria in deroga, FIS, con estensione della causale “evento oggettivamente non evitabile” alle situazioni connesse/collegate alle conseguenze dirette e indirette dell’emergenza Coronavirus.
  • A livello europeo, esclusione di questi e altri interventi dal Patto di stabilità e fondi europei specifici per il sostegno al nostro sistema industriale e produttivo, in particolare per le piccole e medie industrie.
  • E' necessario mettere tutti in condizioni di poter lavorare in sicurezza. Ecco perché Confapi ha chiesto da subito direttive nazionali e univoche sulle buone prassi e per imporre la produzione e distribuzione a prezzi calmierati di strumenti di igiene e sanificazione nei luoghi di lavoro.
  • “Aziende, fabbriche e scuole devono essere considerati i posti più sicuri d’Italia, per questo" ha dichiarato Maurizio Casasco, presidente di Confapi. "Ho scritto una lettera alle associazioni dei medici del lavoro, Siml e Anma, per chiedere di fare uno sforzo ulteriore e rafforzare la loro presenza nelle aziende alla luce delle difficoltà di questi giorni. I nostri imprenditori sapranno fare la loro parte con responsabilità e adeguandosi alle linee dettate dal Governo del Paese”.

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